Nell'export è sempre più importante valutare con attenzione i mercati "emergenti" per poter bilanciare la stagnazione interna che colpisce gli scambi in Europa e per proteggersi dagli effetti nefasti delle guerre dei dazi.
Per questo motivo ho fatto alcune domande a Federico Chigbuh Gasparini, content creator e moderatore di vadoinafrica per capire se ci siano possibilità concrete in questo immenso continente per le PMI italiane.
Qui sotto le domande e le risposte, e in fondo alla pagina un video che racconta un'esperienza di successo in Senegal.
Se l'argomento ti interessa, commenta il post (anche con domande) che porrò in un ulteriore webinar di approfondimento con Federico
1) Quali caratteristiche deve avere una PMI per poter vendere in Africa?
Prima di tutto, una PMI deve capire che l'Africa è un continente composto da 54 Paesi con più di 2.000 lingue.
Dopodiché un'azienda italiana che vuole vendere in Africa, oltre ad aver avuto già dell'esperienze in materia di commercio con l'estero, deve essere pronta a mandare una delegazione o una persona in loco per stabilire dei contatti umani con i vari prospect.
In Africa chi farà affari con voi prima vi vuole vedere negli occhi. Vi vuole valutare per capire se siete affidabili e se lo trattate come un vostro pari e non come un pollo da spennare.
L'imprenditore europeo che va lì tronfio del suo complesso di superiorità ritorna indietro sempre più spesso con le pive nel sacco e il portafoglio più leggero.
Inoltre, una cosa molto importante da sapere è che molti imprenditori africani non usano per le comunicazioni di business le mail bensì WhatsApp.
Quindi usare le mail per comunicare con lui è un'inutile perdita di tempo e una causa di grosse frustrazioni poiché o non vi risponderà oppure lo farà con grave ritardo.
2) Quali sono i settori più interessanti in questo momento?
Dall'analisi quotidiana dei post pubblicati all'interno di Vadoinafrica Network, il gruppo dedicato agli imprenditori o aspiranti tali che parlano italiano, ho notato diverse opportunità nei settori dell'arredo, del packaging (ad es. bottiglie in vetro) e dei macchinari per la trasformazione dei prodotti agroalimentari.
3) Perché una PMI dovrebbe valutare l'idea di vendere in Africa?
Perché è il continente con la popolazione più giovane del mondo e una classe media in costante ascesa. La situazione economica in alcune nazioni si può paragonare a quella della Cina di 15 anni fa o dell'Italia degli anni '60. Penso, in primis, al Ghana, al Marocco, alla Tunisia e al Senegal.
Esserci, adesso, vuol dire intercettare un'onda di sviluppo economico che è in fase di crescita.
Comunque, la tendenza in molte delle 54 nazioni africane è quella di favorire la nascita e lo sviluppo di imprese di trasformazione in loco e di aumentare i dazi sui prodotti extra-africani.
Sta, infatti, nascendo un mercato unico africano sulla falsariga dell'Unione Europea. Quindi aprire un'attività produttiva in loco o, comunque, una testa di ponte commerciale può essere per una PMI italiana una scelta vincente.
4) Quali sono gli errori più comuni?
L'errore più comune è quello di pensare che, siccome, si è in Africa tutto sia concesso e si possano fare affari senza tener conto delle leggi locali o affidandosi all'amico di turno per ottenere indebiti vantaggi da qualche politico locale oppure di non pagare le tasse.
Niente di più sbagliato. E sottovalutare ciò porta diritto nelle prigioni africane che non sono senz'altro
note per i loro comfort.
5) C'è un caso di successo di una piccola PMI?
Recentemente, durante una Live all'interno del gruppo, uno dei Vadoinafrica Ambassador ha raccontato di una piccola azienda italiana che sta avendo un grosso successo nella vendita di prodotti per le analisi mediche in Kenya.
... e come promesso all'inizio del post, ecco la storia di un piccolo imprenditore che ha iniziato con successo la sua avventura di business nel continente africano:
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